Da REW Wiki.
Perchè non posso risolvere tutti i miei problemi acustici con l’EQ?
Questo argomento tratta un’importante questione: perchè l’equalizzazione non è sufficiente a risolvere i problemi acustici? Ci sono una gran varietà di prodotti che dicono di essere in grado di correggere le risposte di una stanza, quindi perchè perdere tempo con rattamenti acustici, bass traps, assorbitori e tutta quella roba? La tecnologia ci viene in aiuto, giusto?
Queste sono domande importanti e comprenderne le risposte, può aiutare molto a capire l’acustica in senso generale. Ci sono pochi passaggi in cui la risposta acquista un aspetto leggermente tecnico, ma la maggior parte della spiegazione, è facile da seguire. Per arrivare alla spiegazione della domanda citata qui sopra, dovremmo affrontare le risposte ad altre due domande:
Perchè la fase è importante?
Perchè dovrei considerare I segnali nel dominio del tempo, anzichè la semplice risposta in frequenza?
Cosa fa l’Equalizzatore?
Come punto di partenza, dobbiamo dare un’occhiata a cosa può fare per noi un equalizzatore. L’indizio è nascosto proprio nel nome. La sua funzione di base, è di alterare la risposta in frequenza. Possiamo perciò usarlo per cercare di rendere la risposta a tutte le frequenze, uguale. Particolari equalizzatori, sono spesso descritti come operanti nel dominio della frequenza o nel dominio del tempo, o in entrambi. Di fatto, tutti gli equalizzatori, senza alcuna eccezione, agiscono nel dominio del tempo e della frequenza ed hanno effetto su entrambi.
Quali sono i limiti di applicazione di un equalizzatore?
Posizione, posizione, posizione
Prima di iniziare a regolare un EQ per alterare la risposta in frequenza, dobbiamo vedere la risposta da correggere, e per questo dobbiamo eseguire una misura. Questo implica la prima limitazione. La misura viene eseguita in una singola posizione e la rieposta in frequenza di quella misura, è valida solo in quella posizione. Muovendo il microfono in una qualsiasi altra posizione ed eseguendo una nuova misura, otterremo una diversa risposta in frequenza. Questa potrebbe essere leggermente differente o (e generalmente è), molto differente. I cambiamenti fatti da un equalizzatore nel percorso fino agli altoparlanti, è lo stesso, indipendentemente dalla nostra posizione nella stanza, e poichè la risposta cambia in differenti posizioni e non dipende dall’EQ, questa è la ragione per la quale l’utilizzo dell’EQ può essere adatto nei luoghi dove la risposta in frequenza è la stessa di quella usata prima dell’impostazione dell’EQ
Leggendo dei volantini pubblicitari relativi ad alcuni equalizzatori, potreste essere perdonati nel pensare che alcuni ragazzi intelligenti, da qualche parte, abbiano trovato un modo per fare questo. Impossibile! La cosa migliore che si può fare, è guardare le risposte in frequenza misurate in molte posizioni nell’area dove è necessario che la correzione abbia effetto, capire quail di queste sono sufficientemente simili e giungere ad una impostazione dell’EQ di compromesso, che aiuta in alcuni punti e non fa troppo male in certi altri. Quindi può aiutare, ma non è certamente una baccheta magica.
Cosa succeede se ascolto in una sola posizione?
Se l’EQ funziona in una sola posizione, e io siedo in una posizione, qual’è il problema? Il problema è che, movimeti molto piccoli, producono grandi differenze. Ad alta frequenza, la lunghezza d’onda è molto corta. A
20kHz misura solo 17mm. La risposta in frequenza, varia drammaticamente ad alta frequenza su distanze molto piccole, cosi, anche se vi trovate seduti in una sola posizione e siete immobili, il meglio che potete sperare è per un’equalizzazione che lavori fino a pochi kHz. Per un più ragionevole margine di movimento, poche centinaia di Hz in più sono preferibili.
Risoluzione
Siamo quindi pronti a qualche compromesso. Riuscire a correggere la risposta fino a poche centinaia di Hz ci sarebbe molto di aiuto perciò, mettiamo mano all’equalizzatore ed iniziamo con le regolazioni. Il problema nel quale ci troveremo, riguarda la regolazione che sembra non funzionare correttamente. Diciamo che la risposta in frequenza presenta un calo di 6dB a 100Hz. Così, aumentiamo di 6bB in quel punto e regoliamo la larghezza per farla coincidere con il calo che abbiamo visto. Ma la risposta in frequenza, difficilmente sembra essere variata, specialmente nel mezzo del punto in cui è stato rilevato il calo. Cosa sta succedendo? Il problema, è probabilmente legato alla risoluzione della misura. Se per esempio, per misurare la risposta abbiamo utilizzato un RTA (Real Time Analyzer) ad 1/3 di ottava, la barra dei 100Hz si estende da circa 89 a 112Hz. Quel calo di 6dB, è probabilmente dovuto a un calo molto più marcato ma molto più stretto all’interno dell’intervallo di quei 23Hz. Perciò, per vedere cosa sta succedendo, dobbiamo eseguire una misura ad alta risoluzione e un RTA, non è adatto a questo lavoro.
Headroom
L’ RTA, ha lasciato la scena e noi stiamo eseguendo delle misure ad alta risoluzione. E sembrano terribili. Ci sono grandi picchi e alcuni enormi e stretti cali. Il calo di 6dB che abbiamo visto a 100Hz, sembra essere diventato di 17dB a 98Hz. Nessun problema, l’EQ permette un guadagno fino a 24dB. Ma l’ascolto con la correzione attiva, rivela una forte distorsione. Abbiamo superato il massimo consentito, con la distorsione ovunque. Anche dopo aver regolato i livelli per tentare di contenere la distorsione, il risultato è molto, molto peggiore. Bruschi cali nella risposta, sono molto sensibili alla posizione, anche a frequenze molto basse. La sensibilità relativa alla posizione e ai problemi di headroom, significano che non c’è nulla che possiamo fare con l’equalizzazione. Il meglio che possiamo fare è avere a che fare con diminuzioni ampie e poco profonde e lavorare sui picchi.
Fase minima e annessi